La
societa' spesso giudica le case famiglia e gli assistenti sociali.
Sempre in modo estremo. Se allontanano i bambini, li rubano e le case famiglia ci mangiano sopra, pero' se li lasciamo in casa ecco che tutti siamo colpevoli di non essere intervenuti.
Tutti sono molto bravi a dire cosa bisogna fare, tutti virologi, allenatori di calcio, cacciatori, investigatori, esperti di finanza, ma sempre dopo. Sempre seduti al caldo della loro copertina. In realta' pochi comprendono le difficolta' del campo, di intervenire su una condizione senza conoscere, cercare di capire gli eventi, i fatti, quando ci sono tante versioni, pericoli, ma anche minacce sociali e problematiche economiche.
Allontanare un bambino e' un atto di estrema responsabilita' e protezione, un evento eccezionale che giunge alla fine di un percorso di aiuto.
Aiuto economico, professionale, che spesso non basta o non viene colto. Le comunita' educative proteggono e aiutano questi bambini. E ci sono cose che non si possono raccontare. Cose e genitori inenarrabili, che poi si rivestono la domenica andando in qualche trasmissione televisiva a raccontare una versione parziale.
Le case famiglia non rubano i bambini assieme ai servizi sociali, ma salvano le vite, danno una seconda chance ai bambini, ma anche alle loro famiglie.
Perche' quando si interviene si va sul giornale con articoli graffianti e critici, a cui seguono commenti banali, ma quando non si interviene si leggono articoli come questo. htpps://larepubblica.it/../omicidio_di_evan
